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Presentazione del libro di Sondra Coggio il 23 Dicembre presso il locale “galleggiante” I Gabbiani, al Molo Italia, alla Spezia, vi aspettiamo alle 16,30

Il libro analizza la storia, attraverso gli atti documentali, attraverso quanto emerso durante il dibattimento. Si tratta di materiale inedito, in quanto non ha trovato spazio in cronaca. Affronta nel dettaglio tutti i passaggi, con contributi della dottoressa Corini relativamente alla sua vita di medico, prima del suo rientro in Italia, fortemente voluto dal fratello. 
Fra gli interrogativi posti, c’è il problema dell’appiattimento della cronaca giudiziaria italiana sulle sole tesi dell’accusa. Fino alla fine della storia sono state pubblicate sempre le stesse presunte “verità”, quelle circolate all’inizio, senza aggiornare i fatti, sulla base di quanto emerso in aula.

Ma è vero, ad esempio, che Marzia voleva impedire le nozze del fratello No. È emerso in aula che fu Marco Corini, ad escludere quel matrimonio. Lo disse personalmente, anche il 23 di settembre, due giorni prima della morte. E il linguaggio? Perché la stampa parla da subito di “omicidio”, di “killer”, di “avidità”?
Perché Corini, maschio, è presentato sempre come professionista di successo, mentre a Marzia tocca lo stereotipo della sorella invidiosa? Perché delle donne si fa notare l’età, ma nessuno rileva mai la differenza anagrafica fra il maturo avvocato e la giovanissima compagna? Quando pesa la scelta delle fotografie, mai casuale? Quanti stereotipi sessisti condizionano il giudizio?

Il libro pone delle domande. Tantissime domande.
Chi ha innescato l’inchiesta?
Perché?
Qual è stato il tridente dell’accusa?
Chi ha voluto davvero, Marco Corini, accanto a sé, negli ultimi giorni?
Chi poteva definirsi suo vero amico?
E, ancora, la sedazione uccide? O è la malattia, ad uccidere?

Sullo sfondo, la beneficenza dei vip, l’Africa, i cardinali.
E una città “piccola”. 

Il libro mette poi a fuoco i rapporti reali fra le persone, riportando la “narrazione mediatica”, spettacolarizzata, alla verità della vita quotidiana. Perché la vita non è una soap opera. La vita è quella che emerge dalle testimonianze e dalle chat depositate dalle parti. Lì sì, che parlano le persone vere. E sono molto diverse, rispetto a quanto racconta la stampa. È materiale che è doveroso conoscere. Come è doveroso porsi delle domande.
Perché chiunque, come Marzia, può ritrovarsi improvvisamente al centro di uno tsunami, senza riuscire a far sentire la propria voce.