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di Lorena Grattoni
Lo studio dell’autrice è volto a dimostrare l’applicabilità del linguaggio artistico in ambito terapeutico, sia per gli aspetti di contenuto che per quelli di metodo.
L’ipotesi che i colori siano portatori di un linguaggio universale ha stimolato l’interesse di filosofi, artisti, psicologi. Questi ultimi hanno studiato le reazioni individuali al colore dal punto di vista dei processi cognitivi, percezione, pensiero, memoria; delle risposte neurovegetative come la frequenza cardiaca, la sudorazione o motorie: la deambulazione, la gestualità; infine, si sono occupati dei processi dinamici come le emozioni, le motivazioni attivati dai diversi colori.
Sul versante “scientifico-artistico”, Goethe già nel 1810 parlava di qualità sensibili e morali dei colori; più tardi artisti come Van Gogh, Kandinskij, Mondrian riprendevano lo studio di tali qualità.
Sulla base delle relazioni individuate in questi percorsi tra il colore e l’anima, poggia la prospettiva dell’utilizzo terapeutico del colore stesso.
Per quanto ci si avvalga di molte forme d’arte nelle applicazioni delle potenzialità terapeutiche, questo studio si limita alla pittura in quanto è quella pratica che ha con il colore un rapporto intimo e privilegiato.
Lo studio dell’autrice è volto a dimostrare l’applicabilità del linguaggio artistico in ambito terapeutico, sia per gli aspetti di contenuto che per quelli di metodo. Verificare l’utilità del mezzo artistico della pittura in quanto medium tra paziente e il proprio mondo interno, mostrare il suo rapporto con la realtà esterna e dimostrare quanto il terapeuta e il paziente possano avere un prezioso canale di comunicazione. In sintonia con questi aspetti, si può parlare di processo e intervento terapeutico- artistico. Il terapeuta avrà la possibilità di articolare artisticamente lo strumento in relazione all’evoluzione del paziente; il paziente, vedrà emergere il suo tema di vita in un processo e in un linguaggio che colleghi il contenuto di verità alla “bella forma”, cioè in linguaggio creativo- artistico. Tramite l’immagine che si è delineata potrà percepire di essere compreso al di là delle parole e visto “oltre le parole”.
Lorena Grattoni
Lorena Grattoni vive a Bologna col marito, due figli, un gatto, un cane e una tartaruga.
Diplomata in Scultura e in Didattica dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, ha conseguito il diploma di Pittura Terapeutica Antroposofica Metodo Stella Maris a Bologna.
Conduce laboratori espressivi in Istituti Scolastici , Cooperative Sociali ed Associazioni Culturali finalizzati alla crescita personale di bambini , adolescenti ed adulti, nonché alla conoscenza e divulgazione della storia dell’arte attraverso Conferenze, Conferenze Spettacolo, Caffè Letterari in Teatri, Biblioteche e Librerie.
La pratica della Scrittura e del Teatro (collabora con diverse Compagnie), fanno da sfondo a tanti momenti di introspezione ed espressione così come l’amore per l’Arte e la consapevolezza di quanto bene possa fare praticarla, sono confluiti nel suo lavoro favorendo la decisione di specializzarsi in Didattica dell’Arte all’ Accademia di Belle Arti di Bologna e Pittura Terapeutica ad indirizzo Antroposofico sempre a Bologna.
Ha scritto e in parte pubblicato racconti per l’infanzia, racconti illustrati, romanzi.
Ha scritto e sceneggiato quattro drammi teatrali : “Delitto in canonica”, “Delitto in Piazza” “Oggi sposi con Delitto” e “Omicidio all’Hotel Tra-Monti” che vede protagonista Campeda, il paese più piccolo del Comune di Sambuca Pistoiese nell’Appennino Tosco Emiliano.
E’ promotrice di LetterAppenninica, Associazione Culturale nata per la promozione attraverso la pratica della Narrativa e Poesia dei luoghi dell’Appennino.
Il suo motto è: impara l’arte e fanne parte.